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02 07 2013 | Rimini | Servizi infanzia, le rette aumentano

Martedì, 02 Luglio 2013

neroRimini | Servizi infanzia, le rette aumentano 

 

Servizi educativi, il Comune di Rimini ritocca le tariffe per i nidi e la scuola d’infanzia. La variazione al rialzo per il prossimo anno scolastico sarà del 3,5 per cento, pari al peso dell’inflazione. La novità è, tuttavia, che non saranno più possibili esoneri totali. E’ stata, invece, pensata una tariffa “sociale” pari a 50 euro (da cui il comune prevede di incassare 100mila euro nel 2013).

 
“Per le tariffe delle scuole d’infanzia comunali – spiegano dal Comune – non è stata introdotta alcuna modifica strutturale, ma il semplice recupero dell’inflazione, tenendo conto che queste tariffe sono rimaste invariate dall’anno scolastico 2011/12, così come non sono state modificate le fasce di Isee né la soglia Isee per ottenere la tariffa agevolata. Solo il recupero dell’inflazione (3,5%) e nessuna modifica strutturale anche per le tariffe per la refezione scolastica che interessano gli alunni delle scuole per l’infanzia statali (802 utenti) e delle scuole primarie che effettuano rientri pomeridiani (1841 gli iscritti)”. In pratica, chi prima non pagava nulla adesso pagherà 50 euro, chi pagava 85 euro ne pagherà 87,98, chi ne pagava 119 ne pagherà 123,17, chi pagava 156 pagherà 161,46, chi pagava 205 euro ne pagherà 212,18, chi ne pagava 225 pagherà 231,88 euro.


Aumenti in alcuni casi più consistenti, invece, per i nidi d’infanzia, “che per la natura del servizio – fanno notare dal Comune - hanno un costo più alto a carico dell’ente pari a 8.900 euro circa per bambino”. Qui la giunta “mantenendo ben saldo l’obiettivo irrinunciabile dell’alta qualità dei sistemi educativi a gestione diretta” ha raddoppiato “(da 4 a 8) le fasce di reddito che, con scaglioni di 5.164,56 euro, dalla prima fascia 7.746,85 euro arriva all’ottava di oltre 43.900 certificata dall’Isee, che prevede la tariffa ordinaria di 450 euro (65 euro in più rispetto allo scorso anno, ma che riguarderà meno del 10% degli utenti)”. Anche qui s’introduce la tariffa sociale di 50 euro a carico di chi fino all’ultimo anno scolastico è stato esentato totalmente dalla tariffa e si variano le prime quattro fasce del 3,5 per cento. In pratica, chi pagava 110 pagherà 113,80, chi pagava 173 pagherà 179,10, chi pagava 239 pagherà 247,40, chi pagava 350 pagherà 362,20 con reddito fino a 23.240,56 euro (con un aumento del 3,5 per cento) e pagherà 367,50 con reddito fino a 28.405,13 con un aumento del 5 per cento. La fascia di reddito tra 28.405,14 e 33.569,70 euro pagherà 385 euro con un aumento del 10 per cento, la fascia tra 33.569,71 e 38.734,27 euro pagherà 404,20 euro con un aumento del 5 per cento, la fascia tra 38.734,28 e 43.900 euro pagherà 425 euro con un aumento del 10,39 per cento, l’ultima fascia, superiore a 43.900 euro, pagherà 450 euro con un aumento del 16,88 per cento.


Il Comune parla di tariffe “agevolate”, “dove le prime 4 (quelle cioè con redditi Isee fino a 23.240,56 euro) l’aumento sarà del solo costo inflattivo del 3,5%. E’ a queste fasce che appartiene la maggior parte delle famiglie che iscrivono i loro bimbi ai nidi. Dai dati Isee presentati emerge infatti che sono il 65,31% le famiglie che hanno iscritto lo scorso anno i bimbi ai nidi comunali”.


Tra le novità anche 2 euro per la refezione nelle scuole per l’infanzia e nelle scuola primarie statali. “Un’ulteriore novità introdotta è quella di aver aumentato del 5%, passando dal 10 al 15, le riduzioni delle tariffe per la frequenza delle Scuola comunali e dei nidi per l’infanzia legate alla composizione del nucleo familiare (2°, 3° fratello, ecc.) che saranno estese anche ai bimbi che servizi educativi diversi da quelli comunali”.


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